Fa un freddo cane anche in Francia, non solo nel Nord Italia: e proprio questo ha messo a nudo la debolezza del nucleare francese.
Altro che autosufficienza energetica ed energia a buon mercato garantite dal nucleare! Nonostante le sue 58 centrali che in questi giorni funzionano a pieno ritmo, la Francia per scaldarsi è costretta ad importare energia elettrica, pensate un po’, dalla Germania dell’energia solare ed eolica: dalla Germania che ha deciso di uscire dal nucleare.
La situazione è spiegata da un comunicato stampa dell’associazione Sortir du nucléaire. Dice che, per la loro politica nucleare, Stato ed Edf (Électricité de France) hanno spinto ad installare milioni di impianti di riscaldamento elettrico, e tuttora continuano in questa direzione.
Una sorta di circuito che si auto-alimenta: più aumentano gli impianti elettrici di riscaldamento, più servono centrali elettriche, quelle nucleari comprese.
Le centrali nucleari però offrono una produzione costante di elettricità. Mentre la domanda è soggetta a variazioni e si impenna in corrispondenza delle ondate di gelo. Come quella attuale.
Proprio per questo, sottolinea Sortir du nucléaire, non avrebbe senso costruire nuovi reattori. La rigidità sarebbe accentuata, non eliminata.
E così si fa ricorso alle centrali termiche, quelle che bruciano gas, carbone e petrolio. Centrali termiche francesi e straniere, tedesche innanzitutto. Sono cinque anni che la Francia importa energia elettrica dalla Germania, sottolinea Sortir du nucléaire.
Per ieri si prevedeva in Francia un consumo di punta di energia elettrica pari a 91.000 MW: il precedente record, del dicembre 2007, era di 88.960 MW. Il parco nucleare francese arriva a produrre 60.222 MW, sfruttando quasi per intero la sua potenza di 63.260.
E dunque, avvisa Sortir du nucléaire, il minimo incidente in una centrale nucleare potrebbe provocare un black out totale in Francia.
Il comunicato stampa di Sortir du nucléaire: Francia nucleare in crisi per il gelo
Fonte: Blogeko.libero.it
