Italia: il mutuo più caro dell’Euro-reame!

Sono i più cari di tutta l’Unione! I mutui accesi a novembre nel nostro Paese, sono costati lo 0,32% in più rispetto alla media dei Paesi del Vecchio Continente.

Certo la situazione sembra essere migliorata stando ai dati dell’ultimo bollettino della Banca europea elaborati dall’associazione Adusbef.
Il mese precedente infatti registrava un divario dello 0,56%, ma di fatto portiamo ancora la maglia nera sul costo dei mutui in Europa.

Tasso fisso. Al momento, confrontando i tassi effettivi (comprensivi degli interessi e di altri eventuali oneri accessori) offerti sul sito di intermediazione www.mutuionline.it la soluzione più cara è quella di Bnl che pratica un tasso fisso del 6,04 per cento. Seguono UniCredit Banca di Roma (5,95%), Banca Sella (5,94%) e Intesa Sanpaolo (5,85%).

Tasso variabile. Spostandosi sul tasso variabile – che beneficia della forte discesa degli indici Euribor iniziata lo scorso ottobre e proseguita anche questa mattina con l’indicatore a 3 mesi scivolato al 2,1% e quello a un mese all’1,76% – UniCredit banca di Roma e Banca Sella chiedono una remunerazione aggiuntiva del 3,71% annuo. Segue UniCredit Banca per la casa (+3,68%). Da segnalare che Ing direct – l’istituto che negli ultimi anni ha guidato la classifica dei tassi più bassi – al momento ha perso il primato (applica il 3,20%), anche in conseguenza del fatto che indicizza i nuovi mutui unicamente al tasso della Banca centrale europea (fissato il 15 gennaio scorso al 2%) che al momento è più caro rispetto all’Euribor a 1 mese (1,76%), parametro utilizzato in precedenza dalla divisione italiana dall’istituto olandese.

Spread in salita. La discesa dei tassi di riferimento per i mutui (oltre agli Euribor anche gli Eurirs, indici dei mutui a tasso fisso, stanno perdendo quota con il decennale al 3,67%) ha spinto alcuni istituti ad aumentare gli spread (la percentuale fissa che rappresenta il ricarico dell’istituto di credito sul finanziamento). Se fino a qualche mese fa, infatti, le banche più competitive praticavano spread inferiori all’1%, oggi solo pochissimi sono sotto questa soglia.

Fonte: Soldiblog.it

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