Quest’oggi, 8 marzo, giorno della festa della donna, vediamo quale è la condizione lavorativa dal punto di vista del gentil sesso. Ebbene, l’Eurostat rende noto che nei 27 Paesi dell’Unione Europea più aumenta il numero dei figli e più diminuisce il tasso di occupazione rosa.
Risulta inoltre che più una madre può affidarsi ad asili nido, più ha possibilità di mantenere il proprio posto di lavoro. Fanalino di coda è – con Malta – proprio l’Italia, dove pertanto le donne fra i 25 e i 54 anni hanno le maggiori difficoltà a lavorare se sono madri. Nel Bel Paese infatti il tasso di occupazione per donne senza figli è pari al 63,9% – contro la media europea del 75,8% – ma dopo il primo figlio tale percentuale crolla al 59% – media Ue 71,3% – e continua a diminuire dopo il secondo (54,1%) e dopo il terzo (41,3%). Emerge poi che tantissime donne neanche sono alla ricerca di un impiego.
Tuttavia – comunica l’istituto di statistica europeo – vi sono Paesi (Olanda, Finlandia, Ungheria) in cui il trend si capovolge quando si ha un secondo o un terzo figlio: in questi casi sembra che la madre – tra aiuti della famiglia e maggiore esperienza – sia in qualche modo più preparata a ritornare al lavoro.
Dai dati diffusi risulta poi che in alcuni Paesi (Belgio, Slovenia) il tasso di occupazione rosa non muta anche quando si ha il primo figlio: qui la motivazione va ricondotta al numero – e alla qualità – degli asili nido presenti in queste nazioni.
Infine va evidenziato che per l’uomo vale il contrario di quanto detto sinora per la donna: infatti più sono i figli a carico, più aumenta il tasso di occupazione.