Stiamo vivendo giorni di polemiche in Italia. Mentre sulle prime pagine dei giornali si discute di sprechi e corruzione alla luce dei nuovi scandali legati ai consiglieri regionali, la notizia delle grandi mobilitazioni spagnole fa tremare le nostre famiglie. In Spagna gli effetti della crisi hanno portato l’intera popolazione per strada. Nella penisola iberica la povertà va espandendosi a macchia d’olio, il nostro Paese non ha ancora raggiunto il baratro ma sembra il primo candidato dopo i crolli greci e spagnoli.
Ci pensa il ministro dell’economia Vittorio Grilli a calmare le acque, l’Italia non ha bisogno di una richiesta d’aiuto straordinario alla Bce di Mario Draghi “Una nostra richiesta di aiuti anti-spread avrebbe un costo altissimo: perderemmo la nostra credibilità perché tutti penserebbero che abbiamo nascosto qualcosa e che i nostri conti non sono in ordine.” La linea di pensiero del governo dei tecnici è ben definita “Ci hanno chiamati per risolvere i problemi non possiamo rinunciare al nostro compito chiedendo un intervento esterno.“
Un mix di ottimismo e determinazione, quello del ministro Grilli, che non può convincere del tutto gli italiani che davanti al costo della vita sempre più alto hanno fatto del risparmio generalizzato la propria filosofia di vita. Non è stata presa con entusiasmo neanche l’ipotesi di un Monti bis, come è finito per ipotizzare lo stesso premier durante il suo soggiorno statunitense. Le pressioni per una sua effettiva candidatura sono numerose e varie, come quella implicita di Steffen Seibert, portavoce del governo tedesco “Speriamo che anche con il prossimo governo continui in Italia il percorso delle riforme e degli sforzi per recuperare la competitività”. Finché sono chiesti a chi dalla crisi è già stato dissanguato, quel che ci preoccupa sono proprio i cosiddetti sforzi.