Nel 2009 il Pil si contrarrà del 2%

ROMA – Previsioni fosche per l’economia italiana. «Valutiamo che, tenendo conto delle misure di sostegno alla domanda decise dal governo, il Pil si contrarrà del 2% nella media del 2009». Lo afferma Bankitalia nel suo bollettino economico sottolineando come la previsione «tiene conto della caduta, superiore alle attese, della produzione industriale nell’ultimo corcio del 2008, in particolare il dato di novembre» diffuso mercoledì.

PRODUZIONE E CONSUMI – Nel quarto trimestre dell’anno scorso l’indice della produzione industriale sarebbe caduto di circa il 6%. Nella media del 2008 il calo sarebbe stato intorno al 4%. 
 
«Si tratterebbe», rilevano i tecnici di Palazzo Koch, «di uno dei peggiori risultati dal secondo dopoguerra; l’intensità del calo è sin qui simile a quella registrata nella crisi 1974-75 in cui, dopo un anno e mezzo, la contrazione dell’attività superò cumulativamente il 20%». E per il futuro poco spazio all’ottimismo: «I sondaggi congiunturali non lasciano intravedere una ripresa dell’attività manifatturiera a breve termine». In grave difficoltà anche l’export. Le vendite italiane all’estero si contrarranno di oltre il 5% nel 2009, per aumentare poi del 4% nel 2010, sulla scia della possibile ripresa degli scambi internazionali e di un lieve guadagno di competitività. La contrazione della domanda interna è destinata a intensificarsi quest’anno, riflettendo in particolare una caduta di oltre il 7% dell’accumulazione di capitale. I consumi, che rimarranno stagnanti, risentiranno meno delle condizioni cicliche avverse, grazie all’impatto favorevole della riduzione dell’inflazione sulla capacità di spesa delle famiglie. Inoltre, potrebbero beneficiare delle misure recentemente approvate dal Governo a favore delle famiglie meno abbienti. L’aumento della spesa in servizi e beni non durevoli compenserebbe il calo di circa il 4% degli acquisti di beni durevoli. Nel 2010, poi, con il miglioramento delle condizioni cicliche, i consumi tornerebbero a crescere a un ritmo appena inferiore a quello previsto per il Pil. Il reddito disponibile del settore privato aumenterebbe in media di circa lo 0,2% in termini reali nel 2009-2010, dopo una marcata diminuzione, superiore all’1%, nel 2008.

RAPPORTO DEBITO-PIL -Il rapporto debito/Pil risale nel 2008 al 105%. Il peggioramento della congiuntura, nota la Banca d’Italia, è destinato ad avere effetti maggiori sui conti pubblici di quest’anno. La manovra di bilancio per il triennio 2009-2011 è stata integrata senza modifiche significative ai saldi programmati con la finanziaria 2009 e con il dl anticrisi che recepisce 5,6 miliardi per quest’anno. Anche il fabbisogno, ricorda il bollettino economico, nel 2008 è tornato a crescere e l’aumento rispetto al 2007 è valutabile in un punto percentuale del Pil. Le entrate tributarie sono rimaste invece pressochè invariate.

INFLAZIONE – «L’inflazione al consumo diminuirà nella media del 2009 all’1,1%, per risalire all’1,4% nel 2010 riflettendo principalmente la caduta dei prezzi delle materie prime della seconda metà del 2008 e l’ipotesi di un recupero moderato nei due anni successivi» spiega ancora via Nazionale nel suo Bollettino.

RIPRESA – In Italia la fase recessiva proseguirà per tutto il 2009 e il prodotto interno lordo tornerà ad espandersi solo nel 2010 «beneficiando di una ripresa dell’economia mondiale e degli scambi internazionali». Bankitalia aggiunge poi che «dopo un calo dello 0,6% nel 2008 e del 2% nel 2009» il pil «aumenterà dello 0,5% nel 2010».

INDEBITAMENTO – Le famiglie italiane sono sempre più indebitate: aumentano, anche se in misura lieve, le componenti dei prestiti bancari a medio e lungo termine e gli oneri sostenuti per il servizio del debito (pagamento degli interessi e restituzione del capitale) che hanno raggiunto l’8,3% del reddito disponibile spiega ancora la Banca d’Italia. Il rapporto tra il debito e il reddito delle famiglie, sottolinea l’istituto di via Nazionale, continua comunque a essere molto basso nel confronto internazionale: è pari a circa la metà di quello medio dell’area dell’euro e a un terzo di quelli di Usa e Regno Unito.

TREMONTI – «Torniamo al 2006, non mi sembra il Medioevo» ha detto il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti commentando la previsione del -2% del Pil 2009 fatta da Bankitalia. Tremonti ha anche spiegato che «non è la politica giusta sostenere la domanda facendo nuovo debito».

VELTRONI – Ma la risposta di Tremonti non convince il segretario del Pd Walter Veltroni che in una nota spiega: «I dati sul Pil diffusi oggi dalla Banca d’Italia dimostrano che l’Italia è in emergenza ma nonostante ciò il ministro Tremonti fa finta di nulla. Ormai è chiaro: l’Italia è in emergenza. La Banca d’Italia ci dice che crolla il Pil, al -2%, che precipitano le esportazioni, al -5%, che gli effetti della crisi sui conti pubblici si faranno sentire e che una situazione tanto grave non si vedeva dai tempi della grande crisi petrolifera. Sono numeri drammatici, come drammatica è la situazione per centinaia di migliaia di famiglie, soprattutto per i precari e per quanti rischiano il posto, per i cassintegrati, per le piccole e medie imprese». Eppure, prosegue Veltroni, «anche davanti a questi dati, il ministro Tremonti fa finta di nulla e misura il crollo del Pil sulla disastrosa performance del precedente governo Berlusconi».

Fonte: Corriere della Sera

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