Se da una parte il governo sta studiando tutte le possibili riforme per ridare impulso al mercato del lavoro, dall’altra vuole modificare l’attuale meccanismo delle pensioni introdotto dal ministro Fornero, con la possibilità di accedere prima.
Si tratta di una proposta che prevede la sperimentazione fino al 2017 della possibilità di andare in pensione prima per uomini e donne. In particolare per i lavoratori dipendenti 58 anni che scendono a 57 le donne fino a tutto il 2015 e poi 59 (58 le donne) fino alla fine del 2017, sempre che il lavoratore abbia raggiunto i 35 anni di contributi e ovviamente sia disposto a ricevere in cambio un assegno minore.
Oggi invece con la riforma Fornero per andare in pensione anticipata ci vogliono almeno 42 anni e un mese di contributi (41 e un mese per le donne) e 62 anni di età. In più la legge attuale prevede che entro il 2018 l’età per la pensione sia portata a 66 anni per tutti, a meno di non avere almeno 42 anni di contributi.
Ecco perché se la possibilità di allungare l’età pensionabile da una parte garantiva una sicurezza maggiore per i conti pubblici, dall’altra limitava decisamente l’accesso al lavoro dei giovani che si trovavano a dover attendere molto di più rispetto al recente passato perché in questa fase di recessione i datori di lavoro faticano ad assumere, soprattutto senza aver liberato un posto.
Resta da capire in concreto quello che possa comportare la riforma delle pensioni e soprattutto quale sarà la cifra di riduzione degli assegni. Ma alla luce dei molti sodati creati dalla Riforma Fornero e della mancata copertura per le loro pensioni, potrebbe essere comunque un passaggio utilissimo, oltre che apprezzato dal mondo del lavoro.