Secondo un’indagine periodica fatta da Bankitalia, è emerso una flessione, seppur lieve, dell’onere annuo del principale rapporto bancario di riferimento. L’indagine è stata fatta su circa 11 mila clienti degli istituti di credito della penisola, ed il calo ha portato il costo medio di un conto a quota 110,2 euro, contro i 113,6 del 2009.
Tra le cause di questa flessione, sono da annoverare sicuramente, la minore operatività della clientela, anche se con lo stesso numero di operazioni la spesa media scende comunque anche se di meno. La gran parte della “torta” (59%) è composta da spese fisse e il 25% da quelle variabili. Le fisse sono calate di 3,9 euro, soprattutto per il taglio alle spese per l’invio di comunicazioni e trasparenza, oltre che dalle “altre spese fisse”.
Crescono invece i canoni base da 36,5 a 38,1 euro e quelli per il bancomat (da 3,7 a 4,2 euro). In salita il costo delle spese variabili (1,4 euro) «attribuibile per intero all’aumento delle commissioni», visto che è diminuita l’operatività. In aumento, quindi, le spese per i bonifici, «prevalentemente quelli disposti attraverso gli sportelli e dalle spese di scrittura». Per quanto riguarda le nuove commissioni per la messa a disposizione dei fondi (seppure non comparabili con le commissioni di massimo scoperto) sono «tendenzialmente più onerose nel caso di apertura di un fido». In caso di sconfinamento «le commissioni di massimo scoperto sono maggiormente penalizzanti per i correntisti».