L’internazionalizzazione giova alle piccole e medie imprese italiane: lo ribadiscono i primi risultati di Focus Pmi, un osservatorio di analisi del mondo delle piccole e medie imprese nostrane nato grazie a Ls Lexjus Sinacta – che comprende avvocati e commercialisti – e l’Istituto Tagliacarne.
Da un monitoraggio di oltre 600 pmi emerge dunque che il 50% delle imprese ha “accresciuto il proprio volumi d’affari durante il 2010″ grazie a processi di Ide (Investimenti diretti esteri) sia in entrata (55,5% del campione) sia in uscita (46,2%).
Tale ruolo della domanda estera sottolinea il momento negativo dei consumi in Italia e la necessità quindi per le imprese italiane di interloquire con i mercati esteri (Europa dell’est e tradizionali partner commerciali quali Germania, Francia e Stati Uniti).
Franco Casarano, manager partner di Ls Lexjus Sinacta, rimarca pertanto che – seguendo il modello dei contratti di rete già avviati a livello nazionale e locale – “sono sempre più le aziende che ci chiedono contratti per l’estero”.
Infatti, come chiarisce il report di Focus Pmi, “per accrescere il proprio fatturato è necessaria una consolidata strutturazione delle reti internazionali tra imprese in termini temporali”. Ecco allora che “tre quarti delle imprese dichiara di operare in una rete internazionale da oltre dieci anni e persino il 44,3% delle pmi dice di relazionarsi con più di dieci imprese estere“.