Finalmente c’è qualche associazione che fa un po’ di conti. Si parla tanto ormai del costo della politica, su facebook o altri canali di informazioni spopolano notizie riguardanti i costi della cosiddetta “casta“, notizie che, se verificate, dovrebbe farci seriamente vergonare di vivere in questo paese.
Tra stipendi, rimborsi spese, sconti e tariffe privilegiate, il costo della politica si ripercuote interamente sulle tasche dei cittadini. Finalmente però sappiamo quanto ci costa tutto questo.
Secondo le stime di Confcommercio i costi della politica sarebbero pari a 9 miliardi di euro ogni anno, una spesa che ha un peso di ben 350 euro per ogni famiglia italiana all’anno. Moltiplicando tale costo per la vita media di un essere umano, significa che ciascun italiano nella propria esistenza spende 12 mila euro per mantenere in piedi le sole infrastrutture politiche. La «scarsa efficienza dell’apparato pubblico unita all’eccessivo livello di spesa pubblica (oltre il 50% del Pil) rendono indispensabile agire anche su questo fronte per ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese», afferma l’associazione dei commercianti.
Inutile dire che la ricerca ha suscitato l’indignazione dei più, a causa dell’elevata onerosità dei nostri sistemi politici, in una situazione già coinvolta in una crisi economica e sociale.
Secondo Confcommercio, che oltre a fare i conti suggerisce metodi per ristabilirsi e risparmiare., basterebbe ridurre di un terzo il numero di parlamentari per recuperare ben 3,3 miliardi di euro all’anno. Sempre l’associazione suggerisce di usare questo risparmio per ridurre , ina maniera permanente e di otto decimi di punto, la prima aliquota Irpef, in modo da vedere le imposte sostanzialmente diminuite, almeno per le famiglie più povere.