Forse per Poste Italiane il lungo periodo di blackout informatico che ha causato disagi inenarrabili ai clienti può dirsi archiviato non senza fatica.
Ma di sicuro per l’azienda si annunciano altri tempi cupi, anche se a stabilire con chiarezza quello quanto sia effettivamente successo al sistema centrale che è rimasto bloccato praticamente per una settimana sarà un’inchiesta della Procura di Roma.
E’ stato infatti aperto un fascicolo, per il momento senza alcuna ipotesi di reato né soprattutto soggetti indagati, che prende spunto per ora dagli articoli di stampa apparsi in questi giorni che hanno semplicemente raccontato una realtà devastante per le lunghe code, speso rivelatesi poi infruttuose.
Ma c’è da credere che le varie Associazioni di consumatori procederanno con delle cause anche comuni, le cosiddette ‘class action’ per veder riconosciuti i diritti dei cittadini. In ogni caso al momento se ne interessa il pool reati informatici guidato dal procuratore aggiunto Nello Rossi che dovrà chiarire se ci siano responsabilità di tipo penale.
Per ora è stato un rimpallo di responsabilità, con le Poste che hanno scaricato la colpa sul colosso informatico americano IBM, reo secondo loro di non aver reso operativo in maniera efficiente il nuovo software che è andato a sostituire quello precedente che governava tutto il sistema informatico. In attesa di una risposta ufficiale dall’azienda, il problema è stato anche affrontato anche dal ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani. Da una parte Romani ha benedetto il nuovo sistema, sottolineando come nel primo giorni di reale efficienza i 14mila uffici postali italiani siano riusciti a sbrigare 8,9 milioni di operazioni a fronte dei 6,5 milioni che si riuscivano a fare in una giornata con il vecchio programma. Però è stato aperto un tavolo per la conciliazione dei danni subiti dai cittadini e Poste Italiane rischiano, nel caso fosse accertata la loro colpa nel disservizio, una multa fino a 1,5 milioni di euro.
Intanto, comunque, c’è qualcuno che ha beneficiato di questa situazione. Sono infatti aumentate almeno del 50%, dal 1° giugno scorso, le operazioni presso i fornitori di servizi alternativi come i tabaccai e le agenzie di giochi presso le quali si possono pagare molti bollettini. Di certo loro non si possono lamentare dei disservizi.