Angelino Alfano potrebbe disertare il Consiglio Nazionale di Forza Italia del 16 novembre. La notizia è nell’aria da tempo, tanto che era stato lo stesso Fabrizio Cicchitto a preannunciarla come probabile nei giorni scorsi. Con il trascorrere delle ore prenderebbe sempre più consistenza, sintomo che gli “innovatori” sanno benissimo di non avere i numeri dalla loro parte e che, al contrario, rischiano una brutta figura, se è vero che su 850 delegati aventi diritto, i favorevoli alla mozione Alfano sarebbero non oltre un centinaio, forse 130, a cui si potrebbero aggiungere fino a un massimo di una cinquantina di indecisi. Ma i “lealisti” arriverebbero già a 600. Una batosta per Alfano e i suoi parlamentari, oltre che per i quattro ministri PDL al governo. Tanto che già oggi potrebbero riunirsi per decidere la linea politica da seguire nel caso in cui si arrivasse alla rottura con Silvio Berlusconi.
E’ evidente che il sostegno al governo Letta proseguirebbe da parte degli “innovatori”, i quali, però, temono ritorsioni mediatiche e politiche da parte di Forza Italia del Cavaliere. E’ stato lo stesso Alfano nei giorni scorsi a parlare di “metodo Boffo”, sostenendo di non temere nulla, nel caso in cui fosse usato contro di lui.
Ma il clima è tutt’altro che di serenità tra gli alfaniani, perché una rottura con il resto del centro-destra li isolerebbe da questa parte dello schieramento politico e il Cavaliere ha già evocato la fine di Gianfranco Fini, per ricordare al suo ex delfino che un paio di settimane di notorietà sui giornali non assicurano alcun successo di tipo elettorale. Sabato si vedrà quali saranno i rapporti di forza tra le due anime di Forza Italia.
