Silvio Berlusconi non l’ha presa davvero bene la decisione del presidente del Senato, Piero Grasso, di far costituire Palazzo Madama parte civile contro di lui per il caso De Gregorio, ossia per la presunta compravendita dei senatori nel 2008, all’epoca in cui cadde il governo Prodi. La decisione di Grasso è stata di segno contrario a quanto aveva stabilito l’ufficio di presidenza del Senato, che aveva rinunciato alla costituzione come parte civile. E dall’Aula si sono registrate le proteste dei senatori del centro-destra, che hanno accusato Grasso di non essere imparziale.
Riunendo i suoi uomini, il Cavaliere non sembra avere dubbi: la mossa di Grasso non sarebbe altro che un tentativo di parte della sinistra, che lo manovrerebbe, di fare saltare il tavolo sulle riforme, che non piace né alla minoranza del Partito Democratico, né al governo, per ragioni diverse.
Ma Berlusconi non demorde e conferma l’intesa con Matteo Renzi, pur sapendo che i piccoli partiti e il governo faranno di tutto per fare naufragare la nuova legge elettorale, così come concordata tra i due.
E dalla direzione nazionale del PD, Renzi affronta ancora il tema delle riforme e svela la sua proposta sul Senato: renderlo un’assemblea non elettiva e composta da 150 membri senza indennità.
La direzione del partito non dovrebbe affrontare oggi il nodo del rimpasto di governo, ma ha tutto il sapore della resa dei conti interna, dopo che l’ala sinistra del PD non ha affatto gradito la decisione del segretario di trattare la riforma elettorale in esclusiva con Silvio Berlusconi, temendo un contraccolpo elettorale.