Pochi giorni fa è stata approvata la legge di stabilità del Governo Renzi, il testo tra le altre cose, stabilisce un finanziamento di interventi a favore delle famiglie, tra queste anche il bonus bebè. Il premier Matteo Renzi in tv ha chiarito tutto: “Dal 1° gennaio del 2015 daremo gli 80 euro non solo a chi prende meno di 1500 euro al mese, ma anche a tutte le mamme che fanno un figlio per i primi tre anni”, in poche parole un bonus monetario, un aiuto a chi mette al mondo un figlio e che porterà 80 euro al mese per i primi tre anni di vita del nuovo nato.
Proprio in un momento storico in cui, i dati lo confermano, il numero delle nascite fa registrare un calo significativo: poco più di 500 mila nati nel corso del 2013, uno dei più bassi tassi di natalità al mondo. Fonti del governo hanno specificato che il bonus bebé andrà solamente a chi ha un reddito entro i 90 mila euro. Ottanta euro al mese per dodici mesi per tre anni fanno 2.880 euro complessivi andranno invece a chi nasce a partire dal primo gennaio 2015, e ne saranno dunque escluse tutte quelle mamme che hanno già partorito e quelle che lo faranno da qui alla mezzanotte del giorno di San Silvestro.
Il costo per le casse dello Stato sarà vicino ai 500 milioni di euro l’anno, e dunque se per il 2015 basterà il fondo previsto dalla legge di stabilità, nel 2016 bisognerà almeno raddoppiarlo e nel 2017 almeno triplicarlo rispetto alla dotazione annuale, visto che il bonus va avanti per tre interi anni. Ma non tutti sembrano essere d’accordo con questo intervento, infatti la governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, solo una settimana fa, ospite di Ballarò, aveva sostenuto l’inutilità del bonus, dicendo che nella sua Regione non aveva funzionato. Secondo Serracchiani, le politiche di aiuto alle famiglie sono state spesso “sconnesse”. E tra queste il modello del bonus bebè – già testato e scartato in Friuli perché inefficace – non è certo lo strumento vincente. Vedremo chi ha ragione tra Renzi e la Serracchini….