Consulta boccia legittimo impedimento per Berlusconi. Tensione in Parlamento

Consulta boccia Berlusconi

La Corte Costituzionale ha bocciato la richiesta dell’ex premier Silvio Berlusconi di accogliere il ricorso contro il diniego del Tribunale di Milano di concedergli il legittimo impedimento, con riguardo a un’udienza del marzo 2010 per il processo sui diritti TV di Mediaset.

Secondo la Consulta, non solo il consiglio dei ministri previsto per quella data non sarebbe stato un legittimo impedimento assoluto (Berlusconi era allora presidente del consiglio), ma il calendario delle udienze era stato concordato proprio con l’ex premier, il quale non si sarebbe scomodato più di tanto nel comunicare la variazione. Ma è evidente che il caso ha riflessi di natura politica ed eclatanti. Il mancato rinvio in Cassazione del processo accelera i tempi per la sentenza definitiva e in caso di condanna di terzo grado, l’interdizione dai pubblici uffici comminatagli in appello non gli consentirebbe di partecipare più alla vita politica.

Ieri, i cinque ministri del PDL nel governo Letta sono subito accorsi in sostegno del Cavaliere, il quale ha escluso che l’esecutivo possa cadere sui suoi processi.

E il capogruppo al Senato del partito, Maurizio Gasparri, aveva avvertito prima della sentenza che tutti i parlamentari del PDL si dimetterebbero in blocco, nel caso in cui Berlusconi sarà condannato e per questo escluso dalla vita politica per via giudiziaria.

Ma la tensione è palpabile anche con il Quirinale. Il presidente Giorgio Napolitano si sarebbe fatto garante di una sorta di tutela in favore dell’ex premier, in cambio del via libera al governo delle larghe intese, mentre almeno quattro dei cinque giudici costituzionali da lui nominati avrebbero bocciato il legittimo impedimento, facendo così precipitare il paese verso il baratro dell’instabilità e delle tensioni tra le parti.

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