Arriva l’aumento dell’Iva. Sono questi i primi effetti della cancellazione dell’Imu, il buco nel bilancio creato dalla decisione del Governo Letta andrà a pesare sulle famiglie meno abbienti. È quanto ha calcolato anche la Cgia di Mestre, alla luce delle dichiarazioni dell’esponente Pd Stefano Fassina, secondo il quale l’eleminazione dell’Imposta municipale unica ha reso impossibile revocare l’aumento dell’Iva al 22%.
Va lentamente a spegnersi l’entusiasmo degli esponenti del Governo, che fino a pochi giorni fa celebravano l’efficacia della manovra finanziaria. Particolarmente duro, contro le mosse di Letta e Alfano, è stato Giuseppe Bortolussi, segretario dell’Associazione degli artigiani “Bisogna assolutamente trovare la copertura per evitare questo aumento. Non si possono penalizzare le famiglie e in particolar modo quelle più in difficoltà. Nel 2012 la propensione al risparmio è scesa ai minimi storici. Se dal primo ottobre l’aliquota ordinaria del 21% salirà di un punto, subiremo un ulteriore contrazione dei consumi che peggiorerà ulteriormente il quadro economico generale.”
Le famiglie italiani sperano adesso che lo stesso impegno palesato per l’abolizione dell’Imu, il Governo lo impieghi per evitare un nuovo ed esponenziale caro delle tasse, che andrebbe a dare il colpo di grazia alla grande maggioranza delle famiglie italiane. Durante gli ultimi anni il Paese ha subito un pesante impoverimento, e il nuovo aumento dell’Iva andrebbe ad aggravare ulteriormente la situazione delle classi meno abbienti. Dalle simulazioni fatte dalla Cgia è emerso come, a parità di reddito, più una famiglia è numerosa, maggiori saranno gli effetti nefasti dell’aumento della tassa.