L’Agenzia delle Entrate rielaborando i dati pervenuti dalle numerose dichiarazioni dei redditi ha messo in luce un tendenziale aumento dell’evasione, proprio per tale motivo ha deciso di mettere a punto un nuovo sistema volto a “scovare” gli evasori ribaltando completamente le tecniche di indagine, ovvero partendo dalle spese precedentemente sostenute al fine di comprendere lo stile di vita dei contribuenti e il loro possibile flusso di denaro in entrata non dichiarato.
Ecco allora che finiscono sotto esame tutti i beni di lusso (o quasi) che potrebbero testimoniare un eventuale reddito non dichiarato, l’attenzione si sposta, quindi, su tutti quei beni eccessivamente costosi come barche, macchine, unità immobiliari e tutto quello che potrebbe non rispecchiare l’effettivo contesto economico dei dichiaranti.
L’analisi dell’evasione fiscale nel nostro paese, difatti, si basa sulle procedure del redditometro entrato in vigore nel lontano ‘73 ma che ancora presenta numerose falle che sembrano non accennare a diminuire.
In particolare si può dire che l’operato delle Autorità tributarie si divide in due macrocategorie: ovvero i controlli effettuati sul patrimonio e quelli sulle spese, come è facile intuire la prima categoria punta ad analizzare le spese e i capitali legati alle proprietà quali macchine o moto di grossa cilindrata oppure immobili ed abitazioni di lusso (compreso anche alcuni particolari polizze assicurative) mentre invece nella seconda categoria rientra l’analisi di eventuali pagamenti rateali legati a mutui, prestiti o finanziamenti.
Ricordiamo che quest’ anno sono state estese le ricerche comprendendo nelle indagini anche possibili frequentazioni di centri benessere o partecipazioni ad aste, comprese le iscrizioni ai club.