Iva al 22%, nella giornata di oggi è scattato l’aumento

Aumento dell'IvaCon il primo giorno d’ottobre arriva anche la tanto temuta stangata, l’Iva è aumentata al 22%. per le associazioni dei consumatori, e per la stessa Confcommercio, si tratta di una vera sconfitta dopo mesi passati a ragguagliare le istituzioni sui pericoli derivanti. Ma la degenerazione della situazione politica italiana ha fatto in modo che l’aumento percentuale dela tassa fosse inevitabile.

Come è normale che sia, le famiglie subiranno il peso dell’Iva al 22% su un lasso di tempo medio lungo, l’aumento di fatto non dovrebbe riguardare i beni di prima necessità quali il pane, il latte, la carne e il pesce, ed esenti dovrebbero restare anche i farmaci. Molto dipenderà anche dai negozianti, che dalla nuova situazione sono tra i più penalizzati; sarà infatti loro compito decidere se sobbarcarsi l’aumento dell’Iva oppure se farla pesare sui propri clienti. In ogni caso commercianti, professionisti e imprese hanno un solo giorno di tempo per aggiornarsi alla nuova situazione e rivedere i listini. Dalla Confcommercio intanto si elevano gli ennesimi allarmi, Agostino Cicalò avverte: “Questo incremento probabilmente non sarà scaricato sulle famiglie, ma verrà compensato dagli stessi commercianti a danno però dei loro margini di ricavo. Ciò determinerà effetti recessivi e depressivi per tantissime piccole aziende.

Se da un lato le cose si potrebbero ulteriormente mettere male per le piccole imprese, da sempre motore dell’economia italiana, dall’altro la situazione non è migliore per le famiglie già duramente colpite dalla crisi economica. Come spiegano dal Codacons, l’Iva al 22% comporterà un aggravio annuale sulle famiglie che varierà da 209 euro (per un nucleo di tre persone) a 349 euro (per un nucleo di cinque persone). Carlo Rienzi non è affatto ottimista: “L’aumento dell’Iva produrrà un disastroso effetto domino, con un incremento dell’inflazione, una pesante diminuzione dei consumi e un rincaro generalizzato dei listini a dettaglio, specie nel settore alimentare e dei prodotti trasportati su gomma.” E infatti, sebbene la tariffa non si applichi direttamente sul cibo, la causa dell’aumento dei prezzi potrebbe essere tanto indiretta quanto ulteriormente dannosa: l’aumento della benzina. Da questa stangata nessuno è esente, si calcola che il prezzo della benzina salirà di circa 1,5 centesimi euro/litro, quello del diesel di 1,4 e il Gpl di 0,7 centesimi.

L’Iva al 22% causerà inoltre aumenti generalizzati sui capi d’abbigliamento e sulle calzature (con una media del 4%), sul vino e sugli alcolici (+7%). La tassa sarà ancora più evidente sulla tecnologia: da beni “superflui” come palmari e tablet, a quelli più essenziali come gli elettrodomestici. In definitiva la situazione non è affatto rosea e l’Italia è in attesa di una stabilizzazione politica che riesca a risolvere il problema.

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