Quasi venti miliardi di euro in più. E’ la prospettiva, per nulla allettante, della cifra complessiva che pagheranno i contribuenti italiani da qui alla fine del 2012, specialmente se come da previsioni nel prossimo autunno venisse deciso l’aumento dell’Iva dal 21 al 23%.
Una stima, assolutamente realistica, realizzata dal Centro Studi della CGIA di Mestre che va anche oltre, perché calcola che nel 2013 il peso fiscale sarà maggiorato di 32,5 miliardi mentre nel 2014 sarà di 34,8 miliardi.
Tutto quello che serve o servirebbe par raggiungere il traguardo del pareggio di bilancio al quale il governo Monti punta da qui al 2015.
Si tratta di 87,3 miliardi di tasse complessivamente in più, pari a 8.200 euro a famiglia. Almeno è quanto emerge ora salvo correzioni del Decreto ‘Salva Italia’ e del disegno di legge sul mercato del lavoro che entro l’estate dovrebbe diventare definitivo. Come fa notare la CGIA, se è vero che Monti e il suo esecutivo hanno dovuto operare in una situazione economica certo non semplice, la linea adottata per fa quadrare i conti non convince appieno.
Perché si tratta solo per il 18,7% di tagli alle spese, mentre il restante 81,3% è costituito da nuove
Entrate per le quali l’IMU è solo la punta dell’iceberg. Inoltre la riforma del mercato del lavoro farà già sentire i suoi effetti dal prossimo anno, mentre il peso fiscale sulle famiglie è destinato a crescere in maniera esponenziale senza permettere una reale crescita.
Le famiglie sino ad oggi hanno versato solo una parte di questo nuovo salasso, quindi non si sono ancora rese conto appieno, ma tra ottobre e dicembre, con il sempre più probabile rincaro dell’Iva che farà quindi innalzare i prezzi dei generi di maggiore consumo, così come con il pagamento della seconda e terza rata dell’IMU si rischia di arrivare a fine dicembre con le tasche vuote.