Sarà il prossimo mercoledì il primo voto della Giunta per le elezioni del Senato sulla relazione di Andrea Augello (PDL), in merito alla decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore. Se, come tutti ormai si aspettano, tale relazione dovesse essere bocciata (il PD ha già annunciato che voterà contro le pregiudiziali), la Giunta dovrà nominare un nuovo relatore di parte avversa e a quel punto il Cavaliere avrebbe a disposizione ancora una decina di giorni, prima che la Giunta si riunisca di nuovo, che egli possa intervenire con i suoi legali per la difesa. A fine mese, ci sarebbe già il primo voto sulla nuova relazione, quello definitivo sulla decadenza.
Berlusconi non sarebbe dichiarato subito decaduto, perché spetterà all’Aula del Senato conformarsi al voto dei 23 componenti della Giunta o meno. Essendo la votazione quasi certamente a scrutinio segreto, nulla è scontato. Ma è evidente che ancor prima che arrivi quest’ultimo passaggio, il Cavaliere potrebbe chiedere ai suoi uomini di fare saltare il governo, l’estrema ratio a cui nessuno vorrebbe realmente arrivare, specie il presidente Giorgio Napolitano, ma che tutti, in realtà, ritengono oramai lo scenario più probabile.
Gli stessi mercati hanno iniziato a scontare i venti di crisi politica, con rialzi dei rendimenti all’asta per i nostri BoT e BTp. D’altronde, le speranze per il PDL che il PD si convinca ad evitare il precipitare della crisi si sono spente. Le parole di Felice Casson rappresentano una netta chiusura a ogni ipotesi di mediazione sulla relazione Augello. Casson ha espresso la convinzione che la decadenza non sia una sanzione amministrativa o penale, quindi, che la legge Severino sia perfettamente retroattiva e che non possa esserci alcun ricorso alla Corte di Lussemburgo, essendo l’Europa carente in questa materia.