E’ un Beppe Grillo a tutto campo, quello che ieri ha attaccato il sistema politico italiano, in particolare, la formazione del governo Letta, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il nemico di sempre, Silvio Berlusconi. Quest’ultimo sarebbe per il blogger e leader del Movimento 5 Stelle il vero pilastro di questo esecutivo, con il premier Enrico Letta a fare da palo. Grillo attacca Napolitano, reo di determinare la durata del governo, alla soglia dei 90 anni. Secondo la sua ricostruzione, l’esecutivo sarebbe nato sull’emergenza dei processi di Berlusconi, della trattativa Stato-mafia e dello scandalo Monte Paschi di Siena. E ancora: Berlusconi vorrebbe il presidenzialismo, perché probabilmente sarà il prossimo presidente-duce dell’Italia.
L’attacco di Grillo segue a breve distanza di tempo il flop alle amministrative della scorsa settimana, con nemmeno un candidato a 5 stelle ad essere arrivato in ballottaggio e con un calo evidente dei voti per l’M5S in tutte le città in cui si è votato.
Alta anche la tensione interna al movimento, specie per la definizione della linea politica. Una parte dei parlamentari vorrebbe partecipare ai dibattiti televisivi per contrastare gli avversari, mentre resta forte il divieto del leader. E c’è anche la questione dei possibili accordi con il PD, che Grillo respinge furioso, tanto da avere definito Stefano Rodotà, sponsorizzato solo un mese e mezzo fa per il Quirinale, come “un ottogenuario miracolato dalla rete e scongelato dal mausoleo della sinistra”.
L’ex comico teme che una parte dei suoi parlamentari possa essere allettata dalla possibilità di stringere un’alleanza con i democratici. Un timore che sale, man mano che scendono i risultati per il movimento, ad appena tre mesi e poco più dalle elezioni politiche di febbraio.