Quanto costa una visita del Papa? In questi giorni sta impazzando la protesta per la visita del pontefice a Palermo, sopratutto dopo che il Fatto Quotidiano in un suo articolo ha sottolineato che la visita costerà addirittura due milioni e mezzo di euro tra pasti per i volontari, strutture, straordinari per vigili urbani e le solite varie ed eventuali (voce che in Italia stranamente figura sempre tra le più alte).
Tutto questo però ha suscitato ancora più proteste quando alcuni cittadini hanno cominciato a segnalare che di questi due milioni e mezzo una parte, per la precisione 500.000 euro, sono arrivati dal fondi di riserva del Comune di Palermo.
Palermo è una città agonizzante, non tutti lo sanno ma il capoluogo siciliano ha un problema simile a quello di Napoli, i rifiuti sono troppi e non c’è modo di raccoglierli in nessun modo tra inefficienze nel sistema e strutture di smaltimento al collasso, non solo, Palermo è nella morsa del traffico con una rete stradale urbana mal progettata e non supportata né da strade extraurbane in grado di smaltire un po’ di autoveicoli, né da un sistema di trasporto pubblico adeguato. Anzi proprio il trasporto pubblico è la nota dolente, una città grande come Palermo figura ai primi posti per inefficienza ma nessuno fa niente di niente.
Insomma sembra proprio chiaro che questi due milioni e mezzo di euro, e sopratutto il mezzo milione di euro del fondo di riserva del comune, potevano essere spesi in tutt’altro modo. Cammarata, primo cittadino di Palermo, ha sempre detto che le casse del comune non permettono sostanziali interventi, ma a quanto pare qualcuno mente, perché i soldi per il Papa sono stati trovati.
Come se non bastasse, e badate bene i problemi di Palermo sono molto più grandi di quanto scritto, i fondi di riserva secondo lo statuto del comune sono un fondo con scopo assicurativo atto a coprire esigenze di bilancio impreviste, e la visita del Papa in tutto questo non c’entra proprio niente. Insomma il messaggio di amore e fratellanza portato dal Santo Padre in Sicilia è costato davvero caro, ma a pagare, come del resto sempre accade, sono i cittadini e, per inciso,a poco più di cento chilometri, in Provincia di Messina, ci sono ancora paesi che rischiano di franare da un giorno all’altro, paesi dove sicuramente la Protezione Civile potrebbe rivelarsi molto più utile, un conto è rimettere in sesto un paese, un conto controllare le transenne per la visita del Papa.