La crisi in Italia non dà cenno di fermarsi e le famiglie cadono in una sempre più grave difficoltà economica. I dati Istat sono impietosi: dal 2007 al 2013 il numero dei poveri assoluti è raddoppiato passando da 2,4 milioni a 4,8. Il polverone che in questi giorni si è sollevato contro la neonata Legge di Stabilità è legato al fatto che questa si è mostrata completamente inadeguata a risolvere il problema e anzi, le varie agevolazioni e detrazioni non saranno dedicate ai cinque milioni di italiani più poveri.
La situazione politica non va a beneficio di uno dei momenti più difficili della storia d’Italia, il presidente dell’Istat Antonio Golini avverte che: “Anche il terzo trimestre di quest’anno avrà il segno negativo, tanto che l’anno chiuderà con il Pil a -1,8%“. Le famiglie più in difficoltà sono quelle in cui vi sono figli a carico e i genitori hanno perso il lavoro, ancora più grave è la situazione delle madri e dei padri single. Soluzioni quali la Social card sono evidentemente inadeguate per fare fronte alla povertà dilagante, coprendo soltanto una minima parte della popolazione che beneficia comunque di un aiuto molto limitato. Si spiega in questo modo anche la situazione dell’economia italiana, sempre meno persone godono di potenziale d’acquisto e nel Bel Paese non si compra né si vende più nulla.
L’Istat ha messo in evidenza come se all’inizio della recessione economica le famiglie andavano a tagliare le spese sui beni superflui, nell’ultimo anno i risparmi hanno abbracciato il campo dell’alimentare e del vestiario, ovvero quello dei beni di prima necessità. Soltanto nei primi mesi del 2013 un ulteriore 17% delle famiglie ha ammesso di aver tagliato sull’acquisto dei generi alimentari. Dai sindacati fino alle associazioni degli artigiani e alle imprese, tutti criticano la nuova Legge di Stabilità e le manovre del Governo delle larghe intese, non è un caso. Ormai tra i ceti produttivi italiani è dilagante l’opinione che, se si vuole far sollevare la testa all’Italia, occorre rilanciare l’economia dal basso. Invece dalle agevolazioni sull’abbassamento del cuneo fiscale, che dovrebbero dare una mano a chi più è in difficoltà, saranno esclusi proprio i cittadini più poveri. 25 milioni di italiani non ne avranno diritto in quanto riservate alle famiglie che presentano più di un lavoratore: ovvero quelle che stanno meglio.