Il consiglio dei ministri vota l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. La notizia è stata data dal premier Enrico Letta, che ricorda come questa fosse una promessa fatta in aprile, quando si è insediato a Palazzo Chigi, ossia di abrogare il finanziamento ai partiti entro la fine dell’anno. Promessa mantenuta, spiega Letta. E su Twitter esulta il ministro Gaetano Quagliariello, che invita adesso il governo ad accelerare sulla riduzione del numero dei parlamentari. Ma la reazioen più immediata è stata quella di Beppe Grillo, che ha twittato contro il premier e il suo Partito Democratico, ricordando come dall’inizio dell’anno abbia preso 45 milioni di euro, a cui, invece, potrebbe rinunciare, come ha fatto il Movimento 5 Stelle.
Scettico anche Antonio Di Pietro, che ricorda come nel passato vi siano state diverse fregature su questo tema, per cui invita tutti a guardare prima cosa dice il testo.
Il decreto contiene quanto già era stato approvato alla Camera, ma con qualche aggiunta, afferma Letta, il quale garantisce che i bilanci dei partiti saranno certificati da società esterne, che ne garantiranno la trasparenza.
E sempre il decreto prevede che i partiti potranno essere finanziati con il 2 per mille, ma che tutto l’inoptato andrà allo stato. In sostanza, similmente a quanto già accade con l’8 per mille, i contribuenti potranno finanziare un partito, senza alcun obbligo di farlo e senza che in caso di non scelta, quel denaro vada ugualmente ripartito tra i partiti.
Esulta Matteo Renzi, neo-segretario del PD, che spiega che insieme al governo cambierà l’Italia. Resta da vedere la reazione del suo partito, da sempre contrario all’abolizione del finanziamento pubblico i partiti.