Il premier Enrico Letta ha svolto già grossa parte del suo mini-tour in Europa, che lo ha portato ieri a visitare il cancelliere Angela Merkel, il presidente François Hollande e oggi il presidente della Commissione UE, José Manuel Barroso. Una sorta di biglietto da visita del nuovo capo del governo, che ha posto l’accento sulla necessità di puntare sulla crescita. Ma di particolare importanza sono state le dichiarazioni del premier a Parigi, dove nel corso della conferenza stampa successiva all’incontro con il presidente francese, Letta ha affermato che la riforma Fornero sul lavoro è in parte un pò rigida, perché andrebbe bene per un’economia in crescita, ma rischia di creare problemi per le fasi di recessione. Il riferimento esplicito è stato all’uso limitato dei contratti a termine, che si sarebbe tradotto negli ultimi mesi in un calo delle assunzioni, visto che molti imprenditori si vedono sfiduciati nell’assumere direttamente a tempo determinato, senza possibilità di rinnovo dopo i 12 mesi e con causale molto rigida e puntuale per le assunzioni a termine oltre i 12 mesi.
Dichiarazioni che potrebbero portare a uno smottamento dentro al Partito Democratico, dove buona parte dei parlamentari ha votato la fiducia più per spiritò di fedeltà al partito che non per condivisione di programma. Le difficoltà del PD sono state dimostrate ieri nella manifestazione a Torino dei lavoratori per il Primo Maggio. In via Po, il sindaco Piero Fassino è stato fatto oggetto di urla, slogan (“vergogna, vergogna”, “buffone”, etc.) e finanche di lanci di uova, tanto che il primo cittadino è stato costretto a lasciare la manifestazione.
I rappresentanti dei centri sociali hanno spiegato che il PD non rappresenta nessuno dentro e fuori il corteo, lasciando immaginare il clima di ostilità che gli ambienti sindacali, specie più radicali, hanno nei confronti dei democratici. Per questo, il cammino del governo sul fronte sinistro si preannuncia accidentato e molto tormentato.