Sono da poco passate le 17 di sera, quando il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, comunica la decisione presa in seguito alle consultazioni: al segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, sarà affidato un incarico esplorativo, per verificare la sussistenza di una maggioranza certa in entrambi i rami del Parlamento. Il capo dello stato spiega di avere individuato affidatario dell’incarico Bersani, in quanto la persona con maggiori probabilità di formare un governo, avendo ottenuto la maggioranza assoluta alla Camera e quella relativa al Senato. Ma non nasconde lo scetticismo e un minimo di irritazione, quando evidenzia che il percorso è difficile e che il leader del centro-destra, Silvio Berlusconi, avrebbe voluto formare un esecutivo di larghe intese, ma a causa di vecchie ruggini tra partiti non è stato possibile farlo.
Da ieri, quindi, accettando l’incarico esplorativo, Bersani si è impegnato a cercare un’intesa con tutte le forze politiche e sociali, in coerenza con le sue idee. Entro un paio di giorni, quindi, dovrebbe risalire al Colle, per esprimere a Napolitano le sue considerazioni, sulla base dei numeri a sua disposizione.
Quasi certamente non sarà in grado di ottenere la maggioranza al Senato, cosa che lascia presagire che il segretario democratico dovrà rifiutare l’incarico. E a quel punto, Napolitano dovrebbe giocare la carta di un incarico a una figura “super-partes”, quale il presidente del Senato, Pietro Grasso, il quale avrebbe in teoria anche l’appoggio di PDL e Lega.
Al contempo, il presidente ha respinto le accuse di lentezza nella formazione del nuovo governo, sostenendo che a meno di un mese dalle elezioni si è già affidato l’incarico e che negli altri paesi i tempi siano simili o anche più lunghi.