Papa Francesco ha già tre record. Ma governo argentino non lo ama

Cardinale Bergoglio eletto Papa. Si chiamerà Papa Francesco Si chiamerà Papa Francesco. Il Cardinale George Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, ha scelto questo nome per il suo pontificato. Si tratta della prima volta che un Papa sceglie il nome di Francesco. E già è un primato. Ma indiscutibilmente, il primato che risalta agli occhi di tutti lo ha, per così dire, svelato il nuovo Pontefice stesso, ieri sera, quando si è affacciato per benedire i fedeli accorsi a Piazza San Pietro. E’ il primo vescovo di Roma a provenire da uno stato non europeo, anche se ha origini italiane e precisamente la sua famiglia deriva dalla provincia di Asti. E ancora un altro record: è il primo Papa gesuita. Non era mai accaduto nella storia bimillenaria della Chiesa che un prelato degli ambienti gesuiti arrivasse dritto alla guida del Vaticano, per quanto l’ordine sia stato storicamente sempre molto potente e influente.

Per questo, il ritratto di quel che sarà Papa Francesco risulta forse un pò enigmatico. In qualità di gesuita e come dimostra il nome che ha scelto per il suo pontificato, egli sarà certamente un Papa umile, di servizio per la Chiesa, avendo sempre dimostrato con i fatti, oltre che con attacchi verbali, il suo rifiuto degli sfarzi e di qualsiasi logica degli sprechi.

Quando fu nominato Cardinale da Papa Giovanni Paolo II, i fedeli di Buenos Aires fecero una colletta per consentirgli di pagarsi il viaggio per Roma, ma egli ordinò di devolvere quel denaro a fini benefici.

Ieri, però, in Argentina hanno esultato solo i fedeli, non il governo. Bergoglio ha più volte, infatti, criticato aspramente molte scelte della presidenta Cristina Fernandez de Kirchner, in materia di matrimoni gay (legali dal 2010), di corruzione e della gestione discutibile dell’economia del Paese. Giunta la notizia in patria della sua elezione, il Parlamento non ha interrotto la seduta, mentre la presidenta si è limitata a inviare al nuovo Papa un freddo augurio.

Vicino al popolo cattolico, dunque, ma poco amato dai governi. Negli anni Ottanta fu tacciato di essere un collaborazionista delle dittature militari di destra in Sud America, quando si rifiutò di abbracciare, come gli altri gesuiti, la dottrina della teologia della liberazione, un miscuglio tra cattolicesimo e marxismo. Sempre fuori dagli schemi e mai scontato, questo Pontefice sarà forse davvero una ventata di freschezza per la Chiesa cattolica.

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