L’ex sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, ha espresso la sua disponibilità a dare una mano al Partito Democratico in qualsivoglia ruolo, anche se al momento non avrebbe obiettivi. Una dichiarazione, che rilancia fortemente il suo nome per il congresso in autunno, quando il PD sarà chiamato a scegliere il nuovo segretario. Il nome di Chiamparino era tornato in auge nelle scorse settimane, dopo che nelle votazioni per l’elezione del nuovo capo dello stato, l’ex sindaco aveva ottenuto oltre una quarantina di voti, segnale che parte del partito, strumentalmente o meno, lo volesse coinvolgere nelle alte sfere del PD. La corsa per la segreteria non sarà, tuttavia, semplice. Da pochi giorni il reggente è l’ex segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, che oggi incontrerà i senatori del partito, mentre nei prossimi giorni spetterà ai deputati e agli europarlamentari. Obiettivo: trovare la quadra sulle regole, i tempi e il clima giusto per giungere al nuovo congresso.
Un compito non facile, quello di Epifani, alle prese con diverse correnti, esplose con la vicenda Quirinale, mentre lo stesso destino della futura segreteria (per la quale Epifani ha promesso di non correre, così come aveva promesso anche Dario Franceschini nel 2009, salvo poi correre lo stesso) dipende dalla designazione del prossimo candidato premier per il centro-sinistra, carica a cui aspira certamente il sindaco di Firenze, Matteo Renzi.
Ma sarà disposta la base del PD ad accettare che sia la candidatura a premier che la segreteria vadano a uomini dell’ala più moderata del partito, senza che quella più di sinistra sia accontentata? Per questo, in realtà, lo scenario della segreteria ha molto a che vedere anche con la possibile scissione a sinistra dei prossimi mesi, che potrebbe coinvolgere i vari Civati, Puppato, a disagio nel governo di grande coalizione con il PDL.
