Il Partito Democratico ha annunciato scheda bianca per la votazione a scrutinio segreto del nuovo vice-presidente della Camera, carica per cui il PDL ha candidato Daniela Santanchè, in sostituzione di Maurizio Lupi, anch’egli pidiellino, ma andato al governo, in qualità di ministro delle Infrastrutture. Il PD ha giudicato il nome della Santanchè troppo “divisivo” e dai giovani turchi a Pippo Civati, tutti in coro sostengono che non voteranno mai e poi mai un nome come quello indicato dal PDL, invitando quest’ultimo a scegliere un altro candidato. Ma dal PDL rispondono picche: il nome resta quello di Daniela Santanchè e se il PD dovesse votare scheda bianca, ciò sarebbe un grave incidente di percorso nel cammino delle larghe intese. Una mina che potrebbe fare saltare il governo Letta.
Sulla carta, il PDL conta 97 deputati, la Lega Nord 20, Scelta Civica 47 e Fratelli d’Italia 9. Totale: 173. Sempre che votino tutti compatti. Qualche defezione è stata, infatti, annunciata chiaramente in Scelta Civica e non è peregrina l’ipotesi di qualche franco tiratore anche dai banchi berlusconiani. Tuttavia, se si dovesse scendere sotto una certa soglia, i deputati grillini e quelli di Sel potrebbero contare complessivamente di ben 143 voti, i quali potrebbero anche risultare sufficienti per fare eleggere un loro vice-presidente.
Il ministro e segretario del PDL, Angelino Alfano, ha ottenuto il mandato di trattare con la grossa parte del PD filo-larghe intese, ma il partito di Epifani non dovrebbe smuoversi dalla scelta di votare scheda bianca, anche per evitare che indicazioni diverse siano accolte come ad aprile accadde con la vicenda del Quirinale. In ogni caso, da oggi il governo Letta avrà qualche motivo in più per attendersi un agguato da ciascuna delle tre gambe che lo sorreggono.
