Slitta di una settimana il voto per l’elezione del presidente della Giunta delle elezioni del Senato. Ufficialmente, la decisione è stata assunta dalla maggioranza per cercare una soluzione condivisa con le opposizioni di Lega Nord, Movimento 5 Stelle e Sel, che reclamano la guida, come nella consuetudine parlamentare. In realtà, il nome del leghista Raffaele Volpi circola da tempo, ma il PDL non ha voluto forzare la mano, temendo che le divisioni nel PD e il voto segreto avrebbero potuto sortire qualche sorpresa indesiderata. Perché i grillini chiedono esplicitamente che sia il loro Mario Giarrusso a presiedere la Giunta, lo stesso che ha esternato il suo favore sull’ineleggibilità del Cavaliere, in quanto azionista di una società beneficiaria di una concessione pubblica (Mediaset).
Al momento, il blitz è fallito e potrebbe non realizzarsi mai. Il problema sta tutto nel Partito Democratico, di cui una parte è tentata a votare con i grillini contro il leader del centro-destra, per non dare adito a Grillo e ai suoi di sostenere la tesi che i democratici sotto sotto sostengano Berlusconi.
Ma ieri sono arrivate prese di posizioni autorevoli nel PD contro l’ineleggibilità del Cavaliere. L’ex magistrato Luciano Violante ha affermato che non si vede il motivo per cui dopo 20 anni che il suo partito ha sempre escluso tale ipotesi, adesso la riporti in vita. Sulla stessa linea anche Matteo Orfini, per cui Berlusconi deve essere battuto alle urne e non perché squalificato.
E il PDL avverte con tutti i suoi esponenti. Il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Nitto Palma, chiarisce che se il blitz anti-Cav passasse, il governo Letta sarebbe finito. E interviene lo stesso Berlusconi sul caso, dichiarando ironicamente che “qualche genio nel PD” vorrebbe eliminare lui con la norma dell’ineleggibilità e Grillo con il ddl anti-movimenti. Il PD, continua Berlusconi, vorrebbe vincere, correndo senza avversari.