Dopo il rinvio della sospensione dell’IMU sui fabbricati aziendali, sui capannoni, nel PDL molti avevano chiesto un vertice del partito per fare il punto della situazione. E l’incontro è avvenuto in serata a Palazzo Grazioli, dove si racconta di un clima ad alta tensione tra il vice-premier Angelino Alfano e il coordinatore Denis Verdini. Il primo avrebbe difeso l’esecutivo Letta, cercando di convincere l’ex premier Silvio Berlusconi, che bisogna far camminare il governo e che non esiste al momento un’alternativa valida. Se cade Letta – il ragionamento di Alfano – Napolitano si dimette, non scioglie le Camere, si forma un governo PD-M5S e si eleggono un capo dello stato loro. Al contrario, Verdini avrebbe supplicato il Cavaliere a fare cadere il governo, perché Napolitano non sarebbe dalla loro parte, ma vorrebbe tenerlo buono, in attesa che i magistrati gli stringano il cappio al collo. Il senatore ha ipotizzato che in caso di caduta del governo, si andrà alle urne in autunno, il centro-destra vincerà le elezioni e Berlusconi sarà il prossimo presidente della Repubblica.
Nel mezzo della lite furiosa tra i due c’era, appunto, Berlusconi, che ha ascoltato in silenzio. Il suo commento finale è stato il seguente: fin tanto che andranno avanti i provvedimenti economici portati avanti dal PDL, Letta non cadrà. Di certo non cadrà sui processi.
Dall’altra parte dell’arena politica è già un caso il mancato ritiro della tessera del PD da parte del fondatore del partito ed ex premier, Romano Prodi. Le tessere di lui e della moglie Flavia per il 2013 non sarebbero state ancora ritirate, ma si spera che alla fine il rinnovo avverrà. Un segnale inquietante per il partito ora guidato da Guglielmo Epifani nella transizione al congresso dell’autunno, perché il mancato tesseramento potrebbe indurre a un liberi tutti verso la componente prodiana, già mostratasi fortemente insoddisfatta in queste settimane, tra caso Quirinale e nascita del governo Letta.