Il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha dichiarato tramite una nota di governo che dall’ottobre 2008 al settembre 2009 i nuclei familiari italiani hanno sensibilmente diminuito ogni tipo di spese superflue e investimenti, aumentando così la loro propensione al risparmio.
Un atteggiamento che non risulta difficile da comprendere dato il momento assolutamente incerto e instabile in cui versa l’economia del paese.
Pare che nell’ultimo anno il potere d’acquisto delle famiglie sia diminuito dell’1,6% da confrontare con il calo del prodotto interno lordo pari al 4,9 %.
il Ministro, però, sottolinea che tali dati, confermano una buona tenuta dei redditi dei dipendenti pubblici rispetto alla forte contrazione del potere di acquisto dei lavoratori autonomi .
C’è da dire, inoltre, che nei dati elaborati dall’Istat e promulgati dal ministro, vengono considerati come nuclei familiari anche tutte le aziende semplici fino a 5 dipendenti, le imprese individuali e i liberi professionisti.
Una criterio di selezione che forse destabilizza un po’ la lettura dell’indagine, gettando non poche ombre sulla condizione concreta e reale delle famiglie, in quanto è emerso un fortissimo calo dei profitti registrati dalle aziende che altera di gran lunga i parametri della ricerca.
Infatti, sindacati e associazioni di consumatori hanno denunciato un atteggiamento scorretto dell’Istat che a loro parere, avrebbe omesso se non addirittura nascosto, una situazione in realtà molto più critica soprattutto per le famiglie che vivono con redditi bassi o con la sola pensione.
Secondo quanto annunciato dai sindacati urge in tempi brevi una riforma sociale che rimetta in sesto un’economia debole e oramai seriamente compromessa.