Fonti di energia rinnovabili. Il mare sta iniziando a fornire in modo regolare energia pulita a molti Paesi. Sfruttando le sue 5 «forze»: le maree (cioè il potenziale energetico ricavabile dalla differenza in altezza fra l’alta e la bassa marea); le correnti prodotte dalle maree o dai venti (energia cinetica ricavabile dal movimento orizzontale dell’acqua);
il gradiente di salinità (là dove un fiume si getta in mare, le acque dolci si mescolano a quelle salate e la diversa salinità crea una differenza di pressione, cioè una potenziale fonte di energia); infine, la differenza di temperatura fra la superficie dell’oceano e le sue acque profonde, da cui scaturisce energia termica. Se si considerano i progressi delle fonti di energia rinnovabili nei Paesi Ue, alla voce “oceano” appare per decenni uno zero, mentre la voce “vento” cresce del 19,9% all’anno. Ma nella proiezione 2010-2020, le voci si invertono: “vento”, 8,5%, “oceano” 17,5%.
In America, si progetta di ancorare dei mulini in mare davanti alle coste della Florida, o vicino al ponte Golden Gate di San Francisco. E sono stati stanziati 3 milioni di dollari per calare verso la foce dell’East River di New York, in 10 anni, 300 turbine che riscalderanno migliaia di case, sfruttando le correnti del fiume e del mare. Nella Ue, invece, si contano 60 progetti attivi o pianificati: boe gigantesche, dighe galleggianti, rotori computerizzati, c’è un po’ di tutto. E tutto nell’acqua.
Francia e Inghilterra, che hanno maree di 10 metri, sono in testa. Ma c’è anche il portoghese “Pelamis”, che fornirà energia a duemila famiglie: un serpentone composto da cilindri, che ballando sulle onde attivano dei generatori. O il centro sperimentale “Billia Croo”, in Scozia, dove si studiano cavalloni alti 12 metri e correnti da 4 metri al secondo. E “SeaGen”, in Irlanda del Nord, sistema di turbine che riscalda mille case.
Fonte: Yeslife.it