Attenti alle novità della ricerca scientifica, di cui sono spesso generosi finanziatori, gli italiani mettono l’ambiente e il clima al primo posto tra i problemi globali, davanti a terrorismo internazionale, conflitti armati e perfino alla crisi economica.
È questo il quadro del Belpaese che emerge dai dati dell’indagine Observa curata da Massimiano Bucchi e Valeria Arzenton e raccolti nel secondo rapporto su opinione pubblica e scienza in Italia intitolato “Gli Italiani, la scienza e l’ambiente”, edito da “Il Mulino” e sostenuto dalla Compagnia di San Paolo. In particolare, nella Penisola suscitano preoccupazioni l’inquinamento dell’aria (33,1%) e lo smaltimento dei rifiuti (31,4%), mentre altri aspetti come la qualità del cibo, l’inquinamento dell’acqua o il degrado del paesaggio sono considerati meno rilevanti. I più “verdi” sono adulti e ragazze, mentre un 17,6% di cittadini, soprattutto giovani e maschi, mostrano una certa indifferenza che talvolta sconfina addirittura nel fatalismo.
In una congiuntura nella quale l’ambiente e le energie verdi vengono proposte oltreoceano come una ricetta per uscire dalla crisi, gli italiani dimostrano una particolare sensibilità e la maggioranza si dichiara disposta a impegnarsi in prima persona, modificando i propri comportamenti e spendendo di tasca propria per pannelli solari (68,3%), elettrodomestici più moderni e a basso consumo (45,2%), ma anche riducendo di qualche grado il riscaldamento e isolando meglio la casa. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, uno dei temi che più sembrano stare a cuore agli italiani, vista anche la forte copertura mediatica che ha avuto la questione campana nel 2008, la maggioranza, circa un cittadino su due, preferirebbe vedere una diffusione capillare di un’efficiente raccolta differenziata, mentre solo uno su quattro è convinto che il problema vada affrontato con la costruzione di nuovi inceneritori. In materia di smaltimento gli intervistati riconoscono un forte peso di indirizzo ai decisori politici e agli esperti di tecnologie ambientali. Gli italiani amano la tavola, si sa, e non poteva perciò mancare tra i temi caldi la preoccupazione per cosa ci troviamo nel piatto, anche se meno problematico rispetto a qualità dell’aria e smaltimento rifiuti. La prima preoccupazione in campo alimentare rimane un eccessivo utilizzo di pesticidi nelle coltivazioni (33,5%) seguito a distanza dagli Ogm (16,9%), i cui oppositori si sono più che dimezzati negli ultimi 4 anni, e dalle condizioni di allevamento degli animali (16,5%). Non mancano però le note dolenti perché gli italiani sembrano sembrano, almeno per ora, più impegnati a parole che nei fatti. “La caratteristica peculiare che emerge da questo profilo – osserva Bucchi – è la scarsa coerenza tra propositi e azioni concrete”. Tra chi si dichiara impegnato e responsabile appena il 57% utilizza lampadine a basso consumo, solo il 18% ha sostituito gli infissi di casa propria e il 26% ha abbassato al temperatura di casa propria.
Fonte: Ilsole24ore.com