Irpef andrebbe abbassata per agevolare la ripresa economica

I redditi delle famiglie con l’attuale crisi economica di certo non crescono, così come la produttività delle nostre imprese non è entusiasmante. Ne consegue che, mantenendo invariate le attuali politiche adottate, è alto il rischio che il nostro Paese in termini di riduzione del PIL e di calo dei consumi torni indietro al livello del 2000.

Questo è, in estrema in sintesi, quanto prevede l’Ufficio Studi della Camera di Commercio, sottolineando come dall’attuale fase di ristagno si può uscire sia facendo ripartire i consumi delle famiglie italiane, sia agevolando l’accesso al credito da parte delle imprese.
 
Il Rapporto dell’Ufficio Studi della Confcommercio, presentato all’apertura dei lavori del Forum di Cernobbio, giunto alla sua decima edizione, traccia alcune linee guida per fare in modo che quest’anno il prodotto interno lordo non registri una contrazione superiore al 2% così come emerge dalle ultimissime previsioni.
 
Nello specifico, secondo la Confcommercio si può circoscrivere la caduta del PIL 2009 allo 0,9% dando sostegno concreto ai disoccupati, introducendo benefici per gli incapienti ed abbassando la pressione fiscale, in particolare la prima aliquota IRPEF che andrebbe tagliata di un punto percentuale, dal 23% al 22%.
 
In questo modo, secondo l’Ufficio Studi della Confcommercio, lo Stato spenderebbe per tali misure all’incirca 9,8 miliardi di euro che, però, agevolerebbero una ripresa economica, seppur debole, già a partire dal 2010.

Fonte: Vostrisoldi.it

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