Se diciamo Unilever magari molti di voi possono non capire di cosa stiamo parlando, Ma se citiamo prodotti come i gelati Algida, i brodi Knorr, la maionese Calvé o ancora gli ammorbidenti come Coccolino, allora il quadro è chiaro a tutti. La multinazionale olandese produce e vende in tutto il mondo beni di consumo e proprio per questo ha il polso del mercato.
E lancia un allarme importante: l’Europa è veramente a rischio povertà.
Lo ha spiegato chiaramente al Financial Times Deutschland il responsabile del gruppo per l’Europa, Jan Zijderveld: “Se uno spagnolo non può stanziare più di una media di 17 euro per la spesa, non possiamo proporre una scatola di detersivo che costi metà del suo budget”. Ecco quindi la nuova strategia di mercato: produrre confezioni che per tutti i prodotti, dai detersivi alla cucina, siano più piccole e quindi vengano a costare nettamente meno in modo da poter essere competitive senza produrre nuova povertà.
Una linea che Unilever ha già sperimentato con successo in diversi Paesi asiatici, con confezioni ridotte di prodotto e quindi accessibili a tutti. Così ad esempio in Spagna ha cominciato a vendere pacchetti di detersivo sufficienti complessivamente a fare cinque lavatrici mentre in Grecia propone purè di patate in busta e maionese in piccole confezioni mentre altre iniziative simili sono già state attuate anche in Gran Bretagna. Una strategia che paga, visto che nel 2011 dopo due anni di passivo i conti della società hanno fato registrare in lieve attivo.
E in Italia? Al di là di strategie mirate come gli acquisti di gruppo e le spedizioni per comprare frutta, verdura o ancora carne direttamente dai produttori, sono molte le catene dei supermercati che sopratutto sulle loro linee di prodotti adottano prezzi aggressivi. Pensiamo ad esempio a tutti i punti vendita Carrefour, Auchan, Esselunga o Coop che accanto ai prodotti di altri marchi propongono anche i loro.
Nei prossimi mesi sarà sempre di più così, visto che la Coldiretti ha stimato come il nuovo record fatto toccare dal carburante si farà sentire pesantemente sui rincari dei prezzi, con l’88% delle merci che viaggia su strada. “Un litro di benzina viene a costare come un chilo di pesche, ma il prezzo ha superato del 40% il chilo di pasta e del 50% il un litro di latte. Un rapporto di cambio che non é economicamente sostenibile e che mette a rischio la ripresa del Paese”.