I gestori telefonici continuano allegramente a far pagare penali di recesso agli utenti, in barba alle previsioni della legge Bersani. Ieri è stata formalizzata all’Agcom la denuncia da parte di Aduc. Le somme richieste dalle societa’ di telefonia, fissa e mobile, arrivano a cifre di migliaia di euro, e colpiscono non solo gli utenti residenziali. Le principali vittime di richieste fuori da ogni logica sono le piccole e medie imprese a cui di frequente vengono addebitate migliaia di euro per disattivare linee telefoniche e opzioni tariffarie.
Eccone un esempio.
Vodafone e utenti professionali, Vodafone MioBusiness Zero: in caso di recesso anticipato, e’ previsto un corrispettivo una tantum di 100 euro per SIM. In caso di disattivazione dell’offerta Vodafone MioBusiness Tutto per iPhone, e’ previsto un corrispettivo una tantum di 100 euro. In caso di disattivazione o di cambio piano, e’ previsto anche un costo aggiuntivo per il telefono di 200 euro una tantum, piu’ le rate residue del telefono.
Giova segnalare che le penali vengono sempre richieste dai gestori, anche nel caso di recesso dovuto alla mancata erogazione del servizio. Ecco l’usuale trafila:
– attivazione del servizio;
– pagamento di varie bollette nonostante, per esempio, il collegamento Adsl sia lentissimo, a dispetto della velocita’ di 7 mega prevista dal contratto;
– raccomandata di recesso;
– richiesta di penale da parte del gestore inadempiente.
E’ il cosiddetto paradosso del cornuto e mazziato.
A questo link la denuncia completa
http://www.aduc.it/dyn/tlc/docu.php?id=254128
Fonte: Aduc.it