ll Governo italiano, ha dato il via libera da pochi giorni alla riforma delle liberalizzazione dei servizi pubblici locali, compresa anche la gestione del servizio idrico. Il provvedimento rende di fatto obbligatorie le gare per l’affidamento dei servizi da parte degli enti locali e vieta, quindi, salvo per casi eccezionali, l’assegnazione diretta a società prevalentemente pubbliche e controllate in maniera stringente dall’ente locale affidatario.
Le forme di affidamento in questione, (la quota di capitale in mano pubblica scenderà sotto il 30%) dovranno però avvenire nel rispetto dei principi di autonomia gestionale del soggetto gestore e di piena ed esclusiva proprietà pubblica delle risorse idriche. Resta quindi alle istituzioni pubbliche la decisione sul prezzo e sulla qualità del servizio, almeno così sembrerebbe sulla carta, ovviamente per conoscere le conseguenze di tutto questo dovremmo aspettare qualche tempo. Ma la liberalizzazione delle acque porterà benefici nel settore e soprattutto cosa significa per le famiglie italiane? Per le associazioni dei consumatori, non ci sono dubbi; con la privatizzazione dell’acqua ci sarà sicuramente un aumento sulle bollette.
Infatti, in base alle stime del Codacons, se si considerano 3 anni il tempo necessario perché il nuovo sistema vada a regime, alla fine di questo processo il rischio concreto è quello di un aumento medio del 30% delle tariffe dell`acqua, il che non è poco. Se nel 2009 – spiega l’associazione dei consumatori – una famiglia media spenderà 268 euro, considerando un consumo medio annuo di 200 metri cubi d’acqua, tra tre anni quella stessa famiglia spenderà in media 348 euro all’anno, con un incremento di 80 euro, pari al 30%. Si determinerà quindi un aumento del costo del servizio a carico dell`utenza, generato dalla necessità per i privati di fornire una attività che sia per loro ovviamente remunerativa, sennò non avrebbe senso tutto il provvedimento. I consumatori insomma – specifica il Codacons – finiranno per pagare non solo il costo, ma anche il profitto del privato, che deve necessariamente conseguire un utile dalla fornitura idrica”.
Fonte: Prestitoblog.com