A quanto pare, nonostante i miglioramenti registrati in alcuni strategici indicatori quali export, ordini e livelli di produzione, pare che le aziende del Piemonte non stiano manifestando grandi segnali di ripresa.
Ad affermarlo con certezza, Confindustria Piemonte, che ha da poco ratificato la consueta indagine congiunturale per i primi tre mesi del 2010.
A quanto pare il tasso di impiego delle strutture resta fondamentalmente ancora insufficiente rispetto ai parametri, e pare che nemmeno la situazione relativa alle liquidità non riscontra significativi aumenti.
Questo porta ad un forte contrattura del mercato, condizionando in maniera massiccia le eventuali possibilità di investimento da parte di aziende ed impianti.
Come afferma il presidente di Confidustria Piemonte, Mariella Enoc, afferma con sicurezza che i dati emersi non dipingono un roseo futuro per le imprese della regione, ne tantomeno fanno prospettare un solido rilancio dell’economia, almeno in breve periodo, lasciando intravedere ancora una faticosa risalita prima di raggiungere gli standard di produzione relativi al periodo antecedente la crisi finanziaria.
Proprio per risollevare questo settore fortemente compromesso, afferma la Enoc, servono manovre importanti ed efficaci abbinate ad una riforma fiscale d’insieme che sappia rendersi coerente con i bisogni di popolazione e aziende.
Secondo una stima media, pare che il saldo complessivo sia pari a meno 19,4 punti rispetto ai meno 28,2 toccati nel mese di settembre, e ai meno 42, 6 di giugno.
Dato il quadro poco favorevole, pare che sarà sempre meno possibile per le aziende ampliare la propria capacità produttiva rendendosi, di conseguenza, meno concorrenziali rispetto ai mercati esteri.