Fiat: niente Mirafiori per la nuova LO, che verrà prodotta in Serbia

E’ già pronto un investimento pari ad un miliardo di euro per la Serbia. Per il finanziamento ci penserà la Bei con 400 milioni di euro, il governo di Belgrado con 250 e, per i restanti 350, sarà il Lingotto ad assumersi la responsabilità di provvedere. I lavori inizieranno praticamente da subito e la produzione riguarderà la LO, un monovolume che dovrà essere distinto in due versioni, con la realizzazione di circa 190 unità ogni anno, che prenderà il posto della Multipla, della Musa e di tutti i progetti che si stanno preparando a Mirafiori.

Fiom: pronti a discutere se la Fiat riapre il tavolo delle trattative

Un’apertura, quella della Fiat sulla questione dello stabilimento di Pomigliano, che desta molti commenti positivi all’interno della “fazione” contrastante, ovvero il sindacato della Fiom, la principale causa per cui l’investimento e l’accordo generale, fino a questo momento, non è stato ancora trovato.
Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, conferma ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, le posizioni della Fiom, anche se applaude all’apertura di uno spiraglio di trattative da parte del Lingotto.
Landini sottolinea come ci sia la forte necessità di fare una vera trattativa, che non contempli né deroghe né lesione di diritti e, ribadendo, inoltre, come se la Fiat voglia stipulare un accordo con tutte le forze sociali presenti in “campo”, debba assolutamente riaprire la trattativa.

Fiat: adesso si attende l’intervento del governo

Dopo l’esito, sicuramente non soddisfacente per il Lingotto, tutti si domandano se la Fiat vorrà continuare nella strada degli investimenti di 700 milioni di euro, previsti per la riorganizzazione dello stabilimento di Pomigliano. La risposta ancora non c’è: ieri in casa Fiat non si è mosso un dito per via della festività di San Giovanni, patrono di Torino, ma i tempi si potrebbero allungare fino al momento in cui non si riaprisse un dialogo.

Referendum Fiat: sì al 63%, non c’è il plebiscito

Un’affluenza ottimale al 95%, ma il risultato non è quello che la Fiat si sarebbe aspettata: il consenso è arrivato da parte del 63% dei lavoratori, che lascia aperti tutti i pericoli e rischi della situazione.
Lo stabilimento di Pomigliano d’Arco adesso è davvero in pericolo: nella fabbrica campana, è alta la consapevolezza che quel 36% di no è di un peso specifico molto elevato.

Pomigliano: Confindustria contro la Fiom

Sulla questione di Pomigliano d’Arco, anche Emma Marcegaglia, commenta negativamente la posizione assunta dal sindacato della Fiom, che si oppone in tutte le maniere all’accordo con la Fiat.
La presidente di Confindustria si stupisce come, di fronte ad un’azienda che decide di investire nel nostro paese, evitando l’esternalizzazione della produzione.

Pomigliano: dipende tutto dal referendum dei lavoratori

Arrivano le firme, ma di un accordo separato, di Fim, Uilm, Fismic e Ugl, che hanno sottoscritto il nuovo documento che è stato proposto dalla Fiat, riguardante lo stabilimento di Pomigliano. La Fiom ha invece mantenuto le sue posizioni estremiste, rilanciando il parere negativo che ha portato avanti durante tutte le trattative. I sindacati dei metalmeccanici che hanno firmato l’accordo, hanno indetto un referendum tra gli stessi lavoratori, che si svolgerà il prossimo 22 giugno. Il Lingotto ha apportato anche una modifica al documento, concordando con i sindacati l’inserimento di una commissione paritetica di raffreddamento sulle sanzioni.

Pomigliano d’Arco: la Fiom protesta, Confindustria invita a riflettere

Protesta senza mezzi termini la Fiom, che ribadisce come sia impossibile firmare l’accordo che la Fiat, storica azienda italiana, ha presentato per quanto riguarda lo stabilimento di Pomigliano d’Arco: il segretario generale dei metalmeccanici Cgil, Maurizio Landini, ha affermato che nel caso in cui la Fiat continui a tenere tale posizione, non ci saranno possibilità di giungere ad un accordo positivo.

Auto: in flessione i mercati europei ad aprile

Le immatricolazioni nel settore auto nell’Eurozona, tralasciando Cipro e Malta, hanno registrato nello scorso mese di aprile una riduzione del 7,4%, passando da 1.225.731 vetture di aprile del 2009, a 1.134.701 odierni.
E’ la prima diminuzione dopo oltre dieci mesi in cui il mercato aveva retto tutto sommato bene. E’ quanto diffuso in un comunicato dall’Acea, l’associazione che rappresenta i costruttori di automobili del vecchio continente. Da questa indagine risulta come nel primo quadrimestre del 2010, le immatricolazioni hanno fatto un balzo fino al 4,8% rispetto allo stesso periodo nel 2009.

Nuovo piano quinquennale di Casa Fiat!

Nuovi ambiziosi piani giungono da Casa Fiat che, nell’ incontro durato ben 6 ore al cospetto della comunità finanziaria, ha illustrato i propri obiettivi produttivi, economici e organizzativi in vista per i prossimi cinque anni.

Volgendo uno sguardo ai possibili obiettivi industriali il gruppo prevede 6 milioni di auto prodotte da Fiat e Chrysler per il 2014, e solo in Italia sembra ne saranno prodotte circa 1 milione e 400 mila, un numero maggiore del doppio rispetto alla produzione attuale.

John Elkann è il nuovo presidente della Fiat

La notizia di ieri pomeriggio è stata abbastanza forte per la Fiat, storica azienda torinese.
Luca Cordero di Montezemolo non è più il presidente della Fiat. Il comunicato ufficiale è arrivato nel corso della conferenza stampa che è stata convocata in tutta fretta dai piani alti del Lingotto.
Dopo un’avventura durata ben sette anni, Montezemolo abdica in favore di John Elkann, anche se bisogna sottolineare come rimarrà nel consiglio di amministrazione e sarà ancora presidente della Ferrari.

Boom immatricolazioni, ma la Fiat perde colpi

Salgono ancora le vendite nel settore auto, ma la nostra Fiat, comincia a perdere colpi.
Le immatricolazioni di nuove auto, nell’Eurozona, sono infatti aumentate del 10,8% nel mese di marzo, registrando un incremento di 1637 macchine: uno dei boom più elevati negli ultimi anni.
Questa crescita è motivata sia dal giorno lavorativo previsto in più, sia da un aumento della domanda dei principali quattro mercati, senza contare la Germania.
E’ quanto diffuso in un comunicato dall’Acea, l’associazione dei costruttori europei di auto.

Fiat: operazione downsize negli stabilimenti italiani?

Ecco il piano che la Fiat avrebbe intenzione, secondo indiscrezioni, di portare a compimento nei prossimi 5 anni in tutti gli stabilimenti italiani.
Si potrebbe chiamare anche operazione “downsize”, che ricorda molto il trattamento dei motori negli stessi laboratori Fiat, per ridurre la cilindrata e incrementare la potenza.
Lo stesso procedimento sarà riservato agli stabilimenti italiani: delle fabbriche con dimensioni minori, un numero di dipendenti più basso, ma una più elevata produzione.