Imprese: cresce l’ottimismo

Si va attenuando il pessimismo delle imprese e migliorano le valutazioni di prospettiva sul proprio contesto operativo, dopo il brusco scivolone della fine del 2008. È questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dall’ultima indagine trimestrale Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Diminuisce, rispetto a tre mesi fa, anche il numero delle imprese che lamentano un peggioramento nelle condizioni di accesso al credito.

Contro il carovita un vademecum a sostegno dei risparmiatori

L’aumento dei prezzi ci spinge sempre più a cercare i prodotti più economici ma spesso non ci rendiamo conto che anche se facciamo la spesa presso i discount, in altre circostanze spendiamo soldi inutili che invece potrebbero essere risparmiati. Le mosse giuste per risparmiare esistono, basta prestare un po’ d’attenzione e ricordarsi di non comprare in maniera impulsiva.

I segreti del risparmio

Ecco alcuni consigli da tenere a mente per far quadrare i conti e non arrivare a fine mese con l’acqua alla gola.

Spesa alimentare: boom per quella dal produttore al consumatore

Presso i mercati direttamente gestiti dagli agricoltori si possono acquistare prodotti genuini, freschi ed al giusto prezzo; ma i prezzi molto spesso si avvicinano a quelli di produzione. Basti pensare che, secondo quanto rende noto la Coldiretti, gli agricoltori, in concomitanza con l’apertura di un mercato diretto al centro di Roma, i consumatori hanno potuto acquistare cinque chili di patate a due euro, tre chili di carote o di kiwi a due euro e tantissimi altri prodotti a solo un euro al chilo.

Costi Energia: scende il petrolio, sale il prezzo della benzina

Alla fine della scorsa settimana, rispetto ai valori del 12 gennaio 2009, i prezzi di benzina e gasolio alla pompa sono saliti mediamente dell’1,7% a fronte di un prezzo del petrolio sceso sotto il livello dei $ 35 al barile sui mercati internazionali. A metterlo in evidenza è l’Associazione ADOC nel ribadire come in base all’attuale prezzo dell’oro nero la benzina ed il diesel non dovrebbero costare più di un euro al litro.

Investimenti anti-crisi col Bot

Puntano su casa, titoli di Stato e terreni agricoli, gli investitori prudenti.
Sono questi infatti i “beni rifugio” che si piazzano prima dell’oro e dei buoni postali. L’investimento nella casa è considerato il più sicuro per difendere i risparmi (42% delle segnalazioni) seguito a distanza dai titoli di Stato come i Bot (14%) e dai terreni agricoli (12%). Solo dopo arrivano l’oro (9%) e i buoni postali (8%). E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base di una indagine Swg realizzata per verificare l’impatto della crisi finanziaria sull’economia reale, divulgata in occasione del nuovo record minimo per i rendimenti dei Bot ad un anno.

BoT e CTz, forte domanda spinge calo dei rendimenti

Rendimenti in forte calo per i BoT e i CTz. I Buoni semestrali sono stati collocati con un rendimento lordo semplice del 1,902% (1,25% il netto), in calo di 0,561 punti, ai minimi da marzo 2004. In deciso ribasso anche il rendimento del CTz scadenza 30 settembre 2010, offerto in settima tranche: il tasso lordo semplice si è attestato al 2,969% (2,84% netto), in flessione di 0,297 punti rispetto al precedente collocamento e ai minimi da febbraio 2006.

Dopo i ribassi anticipati saldi in rampa di lancio

I prezzi ribassati già prima di Natale sono stati il regalo più gradito per i clienti. Non si è trattato di una novità assoluta, visto che la pratica dei cosiddetti pre-saldi era già nota, ma nel 2008 questa “politica” ha conosciuto una diffusione molto maggiore, a partire dai grandi marchi. Basta fare un giro per Milano, capitale italiana della moda e dello shopping, per capire come le percentuali di sconto siano l’attrattiva di tanti negozi che, più o meno chiaramente, offrono promozioni e ribassi.

Crisi mercati: dai leader Ue impegno che vale l’1,5% del Pil

L’adozione del pacchetto clima, del piano anti-crisi preparato dalla Commissione europea e dell’intesa con l’Irlanda che fa ripartire il cammino delle riforme previste dal trattato di Lisbona ribalbano l’immagine di un’Unione ingessata e iperburocratica, incapace di agire e reagire davanti a una «crisi economica e finanziaria globale» e alla minaccia di «una recessione».