Bagaglio a mano, sui low cost si paga

Al momento è un’idea che è venuta solo ad alcune compagnie che operano sul territorio statunitense, ma presto potrebbe propagarsi anche in Europa con effetti deleteri per le tasche dei consumatori. Perché sui voli low cost si pagherà anche per il bagaglio a mano, almeno quello che non sia di dimensioni ridottissime.

Da due anni lo fa già la Spirit Airlines, compagnia low cost che opera solo sul territorio statunitense e dal 4 aprile ha cominciata ad introdurla nelle sue tariffe anche la Allegiant Air, società che fa base in Nevada a Las Vegas. Si parla di una tassa pari ad circa 35 dollari (più o meno 27 euro), che potrà variare a seconda del viaggio e delle dimensioni della valigia, ma prevede comunque un anticipo pari ad almeno 10 dollari.

Resteranno escluse soltanto le borse delle signore, così come quelle che contengano ipad oppure pc portatili e che quindi siano di dimensioni ridotte. Se invece il bagaglio non sta sul sedile o nello spazio sottostante, ma va collocato nella cappelliera, allora bisognerà dimostrare di aver pagato in anticipo per il suo trasporto. Quindi si rischia il paradosso di versare più per far viaggiare il bagaglio che non per noi stessi.

Una corsa ai costi aggiuntivi che da qualche tempo sta accompagnando molte delle compagnie low cost, anche quelle che operano in Europa, visto che comunque i bilanci si stanno facendo più magri e la concorrenza spietata, per cui le compagnie devono cercare in qualche modo di recuperare denaro. Per il momento quelle grosse come Ryanair oppure EasyJet stanno alla finestra, ma anche loro stanno studiando strategie apposite.

E intanto in Spagna è guerra aperta dei dipendenti contro Iberia. La principale compagnia spagnola ha varato infatti la costituzione di Iberia-Express, prima compagnia low cost gestita direttamente dal colosso che da poco è entrato nella galassia di British Airways. I dipendenti temono che ci possa essere un tagli di personale che supera anche le ottomila unità e quindi sono scesi in sciopero. L’azienda, per sua parte, ritiene necessaria per la sopravvivenza futura la nascita della nuova costola che aumenterebbe la redditività.

A rimetterci, come al solito, sono i passeggeri che hanno visto in questi giorni cancellati almeno 150 voli, soprattutto interni e verso l’America Latina, senza possibilità che la situazione si sblocchi. Al momento nei piani dell’azienda c’è comunque anche un possibile sviluppo del low cost verso l’Italia.

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