Parte dal Lazio la sperimentazione del reddito minimo garantito. “Portiamo nella nostra regione un modello di tutela presente in tutti i Paesi europei più avanzati, la Francia, l’Austria, il Belgio, l’Olanda, i Paesi scandinavi e anglosassoni”, ha annunciato il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, aprendo il 4 marzo il dibattito del Consiglio regionale sulla legge per il reddito minimo di cittadinanza.
La nuova normativa in materia di reddito minimo garantito riguarda disoccupati, precari e soggetti in cerca di primo lavoro.
L’Italia dei poveri
La ricchezza è polarizzata. L’intramontabile coefficiente di Gini registra infatti un’aumentata disparità tra ricchi e poveri nei 30 paesi più sviluppati negli ultimi 20 anni. Lo evidenzia l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) che stila una sorta di ingloriosa classifica. L’Italia purtroppo si posiziona ai piani alti, superata solamente dal Messico, in assoluto lo Stato con maggiori differenze sociali, al quale è stato attribuito un coefficiente di 0,50, seguito da Turchia, Portogallo, Usa e Polonia. L’Italia è quindi sesta, con un coefficiente di 0,35, quando invece quello medio dei paesi Ocse è 0,30.
Per il Bel Paese c’è però una notizia positiva, ovvero il divario è cresciuto soprattutto nel decennio fra il 1985 ed il 1995, gli anni della recessione, mentre in quello successivo, a paragone di altri paesi europei, è calato. Dal 1995 al 2005 gli stati ad aver subito un incremento maggiore sono stati Finlandia, Germania, Svezia, Norvegia, Danimarca, Austria, ovvero quelli solitamente più virtuosi ed “egualitari”.
L’Italia è così un paese in cui le disuguaglianze di reddito sono oggi più accentuate che nel resto d’Europa. I tassi di povertà relativa (la percentuale di persone con un reddito equivalente inferiore al 60 per cento di quello mediano) si mantengono più elevati che nella gran parte degli altri paesi dell’Unione Europea .
La Capitale delle disparità
Ad occupare gli ultimi posti della classifica delle disparità è proprio la regione Lazio, che risulta più povera delle altre regioni dell’Italia centrale. Sorprendente la fotografia scattata dall’Acli per il Lazio, alle prese con una crisi ancora più profonda rispetto alle regioni limitrofe. Lo attestano i dati del cosiddetto “indice Gini“: quello del Lazio è il più alto d’Italia, 0,339 a fronte di quello nazionale che è pari a 0,332.
L’incidenza della povertà, che nel centro Italia è pari al 6,4 per cento, nel Lazio raggiunge il 7,9 per cento. Non solo. Secondo le Acli, per quanto riguarda il precariato, il 15,34 per cento del totale delle posizioni nazionali alla gestione separata vive nel Lazio e di questi precari circa il 90 per cento si concentra nella sola provincia di Roma. Non va meglio per la casa: per acquistare un appartamento di 50 metri quadrati nel centro di Roma servono in media 26 anni, mentre in Germania, a parità di reddito, ne bastano cinque. La situazione appare ancora più grave per le famiglie straniere che, nella sola provincia di Roma, sono oltre 321 mila, pari all’82,3 per cento del totale regionale.
Come si ottiene?
Consiste di circa 7000 euro l’anno procapite, ossia 530 al mese il reddito minimo garantito per circa 4000 tra disoccupati, inoccupati e precari.
Chi e come potrà presentare la domanda? La legge interessa disoccupati, inoccupati e precari, che siano residenti nel Lazio da almeno 24 mesi dalla presentazione della domanda, iscritti alle liste di collocamento dei Centri per l’impiego. Il reddito del richiedente non deve essere superiore a 8.000 euro nell’anno precedente. Le domande andranno inoltrate al Comune del distretto socio sanitario in cui si abita.
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Fonte: Soldiblog.it